Famosa per le più note Grotte di Frasassi, Genga merita un’ulteriore nota di merito per il Tempio del Valadier. Voluto da Papa Leone XII, nativo di Genga, fu costruito dall’architetto Valadier agli inizi del XIX secolo e rappresenta una grande attrazione per turisti italiani e non solo. Infatti, numerose sono le famiglie straniere che abbiamo incontrato lungo il cammino che porta al tempio.
Come arrivare? Per la sua vicinanza con la ferrovia e la SS76, il Tempio del Valadier risulta facilmente raggiungibile. Infatti, per quanto riguarda il sistema ferroviario, è necessario scendere alla stazione di Genga e poi raggiungere il parcheggio posto di fronte alla stazione per prendere una navetta, la quale vi condurrà sino all’entrata dell grotte. Da qui, bisogna proseguire per un altro chilometro a piedi fino ad arrivare a un parcheggio sulla destra della carreggiata. Se si viaggia in auto, invece, bisogna uscire all’uscita di Genga, attraversare la frazione Camponocecchio e all’incrocio svoltare a destra direzione Grotte di Frasassi. Successivamente, proseguire su questa strada per 2/3 km sino ad arrivare al parcheggio posto sulla destra della carreggiata. Da qui è possibile proseguire solamente a piedi. Infatti, si deve intraprendere un sentiero di 800 metri circa, che vi condurrà fino al Tempio. Il sentiero è ben spianato ed è caratterizzato da tratti in salita non indifferenti. I suoi tempi di percorrenza si aggirano intorno ai 20 minuti.
Interno del tempio e la statua di Canova: Il Tempio all’interno è adornato da un altare in travertino, sul quale è posta la riproduzione della statua di Canova della Madonna che reca in mano il bambinello. Infatti, la statua originale è stata spostata nel Museo di Arti Sacre di Genga. Inoltre, numerose sono le sedie e le panche per recitare una preghiera.
Eremo di Santa Maria infra Saxa: Particolare è anche l’Eremo di Santa Maria infra Saxa, posto sulla destra rispetto al tempio. Si hanno notizie della sua esistenza già dal 1029. L’eremo ricoprì, negli anni, il ruolo di monastero di clausura di monache benedettine e di oratorio. Al suo interno era custodita una statua lignea della Vergine, andata bruciata accidentalmente negli anni Quaranta. L’eremo è quasi interamente costruito su roccia viva e rappresenta per questo un luogo più unico che raro.
Consigli: Il consiglio, che possiamo darvi, è quello di dotarvi di una giacca a vento o di un k-way anche in periodi estivi a causa delle forte folate di vento, che potrete incontrare una volta giunti al tempio. Per chi cercasse un luogo nel quale bagnarsi, basterebbe attraversare la strada e scendere al fiume, che divide la vallata. Si tratta del fiume Esino, che scorre nella Gola della Rossa.
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